Detective in pensione (seconda parte)

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Come l’assassino ritorna sul luogo del delitto, rieccomi sulle considerazioni iniziate pochi giorni or sono con il mio primo articolo (Detective in pensione).

I detective di cui ho parlato nel mio articolo (il commissaro Montalbano, l’ispettore John Rebus e l’investigatore privato Pepe Carvalho) sono dei prototipi di una generazione di personaggi che marcano diversità sostanziali con i loro predecessori. Se li confrontiamo con la tradizione anglosassone che può fare riferimento ai personaggi di Agatha Christie e simili, la distanza è siderale e si colma solo con alcuni personaggi della letteratura americana legata più ai polizieschi che al giallo classico.

Se Maigret era un personaggio solitario, prototipo della piccola borghesia francese e parigina, i nostri fanno parte di una generazione che ha basato il proprio modo di vivere sulla rottura anticonformista del modo di vivere legato alla propria condizione sociale. Ma al proprio destino non si scappa ed ecco che, almeno in parte, questo atteggiamento diventa in realtà lo specchio del modo di vivere attuale.

Così non solo John Rebus si trova ad invecchiare con una vita privata un poco “maledetta”, ma con lui invecchia un certo modo di vivere legato alla generazione che, possiamo dire per dare un riferimento temporale, affonda le proprie radici nel ’68. La differenza è tra l’ascolto di un LP e quello di un MP3, passando per il CD. Nei libri di Rankin ciò è ben sottolineato dai rapporti di John coi colleghi più giovani. Carvalho è forse il più cinico e maledetto dei tre, forse ereditando una tendenza del suo autore M.V.Montalban, ma qui il confine è con il sottoproletariato. Il nostro, italico, commissario, invece, è personaggio più rassicurante; la sua trasgressione maggiore è quello di vivere scapolo, eterno fidanzato non fedelissimo, in un’Italia del sud dove sono maggiori i retaggi di una vecchia cultura.

Ma il confronto con i tempi moderni è duro; il computer e la ricerca scientifica hanno fatto il loro ingresso massiccio nelle investigazioni (come nelle relative fiction). Ed è proprio il rapporto di questi personaggi con il computer il segno della difficoltà di confrontarsi con i cambiamenti.

Terminando questa tappa, volevo avvisare coloro che volessero intraprendere un viaggio con questi personaggi, di verificare lo stato del proprio fegato prima di iniziare. I fumi dell’alcool versato nelle pagine possono raggiungere anche il lettore più refrattario mentre la collezione di piatti succulenti e abbondanti può avere effetti negativi sui propri buoni propositi.

Ciao, alla prossima puntata…

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