Addio Uolter

Posted on

Veltroni si è dimesso, lasciando la direzione del PD.
Dispiace profondamente perchè ritengo che in Italia siano pochi i politici che hanno un così alto profilo umano e morale.
La distanza tra Veltroni e Berlusconi su questo piano è abissale.

Foto di Andreas Caranti
Foto di Andreas Caranti

La perdita della Sardegna con un brutto risultato del partito sono state le cause scatenanti, ma, in realtà, il problema ha radici più lontane.
Se il risultato elettorale delle politiche poteva dare qualche segno di speranza e far intravedere una risalita della china, ciò che è avvenuto successivamente ha dimostrato come non sia così.
Quale siano le ragioni non è d’immediata intuizione, credo che anche nel PD non abbiano certezze.

Ma dalla crisi del PD si possono individuare con certezza alcuni punti critici.

Personalmente ho sempre avuto qualche riserva sul progetto. Non sull’idea in se, che è di grande respiro e figlia di una valida intuizione politica.
Il problema vero è che il matrimonio tra le componenti laiche/socialiste e quelle cattoliche richiedeva che alcuni aspetti delle politiche etiche e sociali fossero chiarite e maturate prima.
O meglio, che vi fosse una presa di coscienza, una maturazione da parte della componente cattolica sulla dualità religione/stato.
Chi è eletto in parlamento ha dei doveri verso i cittadini tutti, anche quelli non credenti. E’ necessario perciò che il politico cattolico debba prima essere “politico” e poi “cattolico”.
Altrimenti si scivola verso l’integralismo.
Il proprio essere cattolici deve essere testimoniato con il proprio stile di vita, cercando con l’esempio e il convincimento di coinvolgere alla propria morale; non con la legge e l’imposizione.
Una cosa è riconoscersi in determinati valori e vivere coerentemente a questi; una cosa diversa è che questi valori siano imposti per legge a chi non vi crede.
Ecco uno stato che imponga a propri cittadini, non credenti e anche credenti, di vivere secondo una morale religiosa o fortemente ideologica è uno stato integralista.

Questa mia osservazione è generica e valida per tutti gli schieramenti politici (e anche per le altre religioni, anche se in termini pratici, qui, il problema non si pone), ma certamente la questione è fondamentale nel momento che un partito di ispirazione cattolica si fonde con uno di ispirazione socialista.
Ecco, forse il punto debole del progetto è proprio qui: non è stata la fusione tra un partito di centro e uno moderato di sinistra, ma la fusione tra un partito cattolico e uno moderato di sinistra.
Nella tradizione politica Italiane, i partiti di centro sono partiti cattolici.

Poste queste premesse e la mancanza di chiarezza su questi aspetti, era purtroppo pronosticabile che divisioni e lotte intestine avrebbero pervaso il PD; più di quanto una vera associazione democratica dovrebbe concedere (in Forza Italia questo problema non c’è: i dirigenti sono tutti cooptati dalla proprietà).
Di più, questa irrisolutezza si è tradotta nell’incapacità di dare un propria identità, una fisonomia forte, un riferimento e un’alternativa agli italiani.
Di più, il partito emerso non è laico, non è socialista e neppure cattolico. Questo forse lo si voleva; invece, però, di mediare queste componenti superandole presentando una nuova prospettiva sociale e politica, è emerso evidente questo “non essere”.
Gli elettori di sinistra si defilano, quelli cattolici cercano altre sponde, gli antiberlusconiani puntano su Di Pietro.

Cosa avverrà adesso non lo intuisco ancora.
Credo però che il PD dovrà ricucire e recuperare una parte del sostegno degli elettori di sinistra che altrimenti saranno preda del massimalismo di Bertinotti e compagni che tanti guai ha arrecato.
Senza questa grande componente non vi è possibilità di maggioranza elettorale.
Nella rincorsa al centro si è disperso un patrimonio di voti e di risorse.
A posteriori si è rivelata micidiale l’avere escluso la sinistra dal cartello elettorale, scelta per altro obbligata (qui paga il peccato originale di Bertinotti del ’98). In una coalizione PD e altri partiti di sinistra, questi voti sarebbero stati recuperati e ricollocati in una prospettiva politica valida.

Vi è bisogno di un punto di riferimento che possa farsi interprete delle aspirazioni e delle richieste più profondamente laiche e sociali. Certo questo può avvenire con una forte mediazione con le componenti cattoliche.
Ma i nodi sulle questioni etiche e sulla laicità dello stato dovrà essere risolto in modo chiaro.

Leave a Reply