2666

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 2666 è il titolo di un romanzo di Roberto Bolaño, un romanzo in cui la vena affabulatoria dello scrittore mostra il meglio di se e avvinghia il lettore per le sue oltre 1100 pagine.
E’ stato nominato da parte della rivista Time come migliore romanzo del 2008 ed ha avuto altri riconoscimenti.

Il romanzo è diviso in 5 parti: “La parte dei critici”, “La parte di Amalfitano”, “La parte di Fate”, “La parte dei delitti.” e “La parte di Arcimboldi”.
In Italia è pubblicato da Adelphi in due distinti volumi: il primo contiene le prime tre parti, il secondo, più voluminoso, le ultime due.

Il libro, nelle 5 parti, racconta storie diverse, tutte convergenti in un epicentro: Santa Teresa. Una ipotetica città messicana, al confine con gli Stati Uniti.
A Santa Teresa è in corso una strage di donne, uno stillicidio continuo. Ciò che accade qui è ispirato ai reali accadimenti di Ciudad Juárez.
A Juárez, stando ai rapporti di Amnesty International, fino al 2005 sono stati ritrovati 600 cadaveri di giovani donne, ma 1.000 risultano ancora scomparse. A oggi sembra che le investigazioni siano stati abbandonate
La storia di Santa Teresa è il soggetto della “parte” più dura e violenta del romanzo: “La parte dei delitti”. Per quanto dura e violenta, non lo è mai abbastanza in confronto alla tragica realtà.

Le copertine dei libri pubblicati da Adelphi
Le copertine dei libri pubblicati da Adelphi

Il romanzo inizia con la storia di un gruppo di critici europeri, infatuati di uno sfuggevole scrittore (Arcimboldi). La loro carriera cresce alla pari della fama del loro quasi esclusivo oggetto di critica. Ma cresce anche il loro rapporto, creando una profonda interdipendenza. La ricerca di Arcimboldi li porterà poi a Santa Teresa, dove sembra sia stato avvistato.

A Santa Teresa, i critici lasciano il passo ad Amalfitano, nella cui vicenda sembrano echeggiare tratti autobiografici di Bolaño. Nella “parte di Fate”, giornalista di colore che lavora in una metropoli americana per un piccolo giornale specializzato, il caso porta il giornalista a Santa Teresa a coprire un incontro di “boxe”.

Nella “parte dei delitti”, un lungo elenco di ritrovamenti, intercalato dalle vicende connesse con le indagini e con gli omicidi, sono il nucleo centrale del racconto.
Alla fine il passo è lasciato ad Arcimboldi, il protagonista atteso fin dalle prime pagine. Nella parte finale, Bolaño ci racconta la vita di Arcimboldi: in realtà ci racconta un’altra storia di violenza, quella della seconda guerra mondiale, raccontata dalla parte dei cittadini e soldati tedeschi. Mal il legame con il resto del romanzo tornerà a farsi vivo.

In effetti il romanzo è incompiuto. Bolaño è morto nel 2004 lasciando non finita questa ultima parte. Non sappiamo perciò se avesse in mente un finale diverso, magari eclatante, ma credo che per apprezzare quest’opera, il finale sia superfluo.
Personalmente ho amato molto “La parte di Amalfitano” e “La parte di Fate”, le ho trovate le parti più liriche, le parti dove Bolaño forse si è più aperto.

Bolaño, cileno, ha avuto una storia incredibile, vi rimando alle pagine di Wikipedia per maggiori dettagli sula sua vita (sopratutto le pagine in Inglese). Trovò alla fine sistemazione definitiva in Spagna, dove ha lavorato come lavapiatti, guardiano di campeggio e altri lavori del genere, scrivendo di notte.
Continuò a scrivere prevalentemente poesie fino ai primi anni ’90. Decise di cominciare a scrivere romanzi, così si dice, per potere assicurare un futuro migliore alla sua famiglia, ma continuò a sentirsi poeta.

Nel 2004, quando ormai aveva raggiunto una buona notorietà, è morto senza potere completare quest’opera che lo aveva assorbito per gli ultimi 5 anni.

La lettura di questo libro: una esperienza forte ma da non perdere….

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