Obama

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In questi giorni il tema principale trattato nei blog (e nei “media” in generale) è quello delle elezioni del presidente americano.
I riflessi che le scelte della leadership USA hanno sulla nostra vita sono così rilevanti che gli orientamenti di quell’elettorato e dei loro politici influenza il nostro “sentire” e il nostro immaginario.

In fondo, la (cattiva) riproposizione del bipolarismo italiano nasce cercando di imitare quello americano. Alla tendenza ha contribuito notevolmente Berlusconi, ma anche Veltroni che, da quando è sulla scena come leader, ha abbracciato questa impostazione.

Questo evento storico si presta facilmente a letture retoriche e stereotipate, anche se legittime; letture cui la maggior parte dei commentatori si è lungamente soffermato.

Voglio perciò trattarne altri aspetti.

Abbiamo assistito ad una metafora, fattasi reale, della metafora schematica e manieristica del cinema americano in cui difensori della libertà si scontrano con oppressori, buoni contro cattivi, bianchi contro neri (proprio così).

Con ciò non voglio dire, sia ben chiaro, che gli elettori e i politici repubblicano siano il male o viceversa. Semplicemente volevo sottolineare come lo schematismo tipico di questa cultura si sia materializzato anche nell’aspetto fisico dei contendenti: Obama, democratico, giovane e nero, McCain, repubblicano vecchio e bianco.
Se fosse stato un film, avremmo accusato lo sceneggiatore di manierismo e superficialità!

Questa contrapposizione evidente si sovrappone a quella più importante che è schiettamente politica ed economica.

L’elezione di Barack Obama viene, con la sua rilevanza politica, a coincidere con una grossa crisi economica che sta facendo piazza pulita dei miti “liberisti” e “ultraliberisti” degli ultimi decenni.

Tale sovrapposizione non è solo una coincidenza, ma è il frutto del degrado raggiunto dalle politiche di Reagan e Bush. Politiche che hanno creato favolose ricchezze per pochi e aumentato la povertà per molti.

Non mi illudo che Obama possa (e voglia) cambiare completamente il mondo, ma sono certo che il mandato, chiaramente e con grande partecipazone ricevuto dal popolo americano, gli consentirà di attuare politiche economiche e sociali che possono mitigare la diseguaglianza sociale attraverso una convivenza civile basata maggiormente sul rispetto e la tolleranza, sia negli USA che verso gli altri Paesi del mondo.

Credo che perciò, al di là dell’importanza storica dell’elezione di un afroamericano, sia proprio questo sovrapporsi di eventi, il suo porsi a spartiacque tra due culture diverse, che rende veramente importante l’elezione di Barack Obama segnando una nuova prospettiva per l’umanità.

Almeno lo spero…

Le foto di questo post sono state scaricate dall’utenza flickr: http://www.flickr.com/photos/barackobamadotcom e sono coperte da una licenza Creative Commons. Autore David Katz; copyright 2008 Obama for America.

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