La maggioranza di governo non esiste più

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Lo ha detto Calderoli commentando le critiche di Fini alla decisione del governo di porre la fiducia sulla finanziaria:
«Dalla presidenza della Camera ci si attende l’applicazione e il rispetto dei regolamenti e della Carta Costituzionale e non certo valutazioni sul fatto se sia deprecabile o meno una richiesta di fiducia, la cui valutazione di merito spetta all’esecutivo, in quanto la richiesta di fiducia è finalizzata proprio a verificare il rapporto fiduciario intercorrente tra la maggioranza e l’esecutivo».

Non voglio certo entrare nel merito di chi spetta criticare o meno, ma sottolineare come, in assenza di qualsiasi ragione per l’apposizione della fiducia (vedi ostruzionismo o numero elevato di emendamenti ovvero maggioranza numerica risicata), il governo ponendo la fiducia abbia di fatto dichiarato che la sua stessa maggioranza politica (enorme nei numeri) non sia coesa e in grado di approvare senza stravolgimenti questa legge.

Non è la prima volta che ciò avviene in questa legislatura, anzi, ultimamente, avviene sempre più spesso; a oggi ha posto più fiduce questo governo Berlusconi del precedente governo Prodi che aveva almeno una giustificazione: una ristrettissima maggioranza al senato che trasformava ogni votazione in una battaglia all’ultimo voto (bastava un raffreddore….).

Questo significa che il governo cadrà presto?
No, almeno non lo farà per questo problema.
Il “porcellum” (la legge elettorale di Calderoli) e la fiducia (male riposta) di molti Italiani a Berlusconi, fanno sì che deputati e senatori si guarderanno bene dal votare contro una fiducia: per modificare la legge o fare cadere il governo ci vogliono parecchi voti contro e il risultato è dubbio. Chi votasse contro sà che sparirebbe dal parlamento: e sono tutti ben abbarbicati alla poltrona.

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