La maggioranza di governo

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Il 16 Dicembre del 2009 scrivevo il post “La maggioranza di governo non esiste più“.
Oggi, ad un anno di distanza stiamo aspettando che le votazioni alle camere ci dicano se ciò sia vero anche formalmente.

Può darsi che le votazioni, complici “acquisti” degli ultimi minuti, possano fare rimanere in sella Berlusconi, ma sarebbe la confessione agli italiani che il governo sopravvivve grazie all’acquisto di voti, a clientele e a patti che poco hanno a che fare con le necessità di questo paese.

Ma come si è arrivati a questa situazione e quali sono gli obiettivi che i principali protagonisti si sono posti?
Un po’ di chiarezza deve essere fatta.

Prima di tutto è opportuno sgombrare il campo dall’idea che Berlusconi sia vittima di manovre di altri (di palazzo) o di errori suoi o di suoi collaboratori.
Vi sono tutti i presupposti per credere che questa situazione sia stata in qualche modo cercata.

La ragione?
La politica perseguita in questi ultimi 9 anni da Berlusconi (su 9 anni ha governato per 7 e grandemente influenzato gli altri 2) ha fatto sì che, accanto ad altri gravi mali, la situazione economica del paese si deteriorasse enormemente, complice una crisi che ne ha accelerato il percorso.
E’ sopratutto nel campo della finanza pubblica che gli effetti si prospettano devastanti. Ho già avuto modo di lamentare la mancanza di rigore nei conti pubblici tra gli anni 2001 e 2006.

Non fosse stato così, oggi avremmo problemi molto meno gravi.
Ed è qui il punto. L’anno venturo, senza più condoni, il governo dovrà attuare drastici tagli e prelievi tributari che, in parte, sono già iniziati o deliberati.
Quindi la gente, gli elettori, avranno modo di verificare come le promesse fatte in questi 10 anni non avessero fondamento e cominceranno a convincersi di essere stati presi in giro.
Ciò, accanto agli altri problemi che il nostro “premier” ha, non potrà che eroderne l’immagine e il consenso politico.

E’ da qui che nasce il colpo di teatro di questa estate. Con la Lega a spalleggiarlo, Silvio di fatto espelle Fini, eliminando all’interno un pericoloso rivale, per lui e per la Lega, e, nel contempo, crea i presupposti per la caduta del proprio governo.
Lo scopo è quello di sfuggire dal compito di mettere “le mani in tasca agli italiani”, lasciando ad altri il compito di farlo, rinsaldando la sua immagine populista.

Gli scenari che ora si aprono sono riconducibili a tre diverse soluzioni:
1) Berlusconi è sfiduciato, non vi sono possibilità per un governo e si va a votare
2) Berlusconi rimane in sella con un governo risicato o fortemente condizionato da Fini e/o Casini
3) Il governo cade e viene sostituito da un altro, magari con etichetta di “tecnico”, con ampia maggioranza o di centrodestra o di larghe intese.

Dal primo scenario vi sono tutti i presupposti perchè Berlusconi ritorni vincitore alle prossime elezioni. La legge elettorale lo avvantaggia; semmai può preoccuparlo il rischio di una maggioranza risicata al senato. Ma certo ha dimostrato di avere “i mezzi” per potere allargare la maggioranza che gli elettori gli potrebbero conferire.
In questo caso, toccherà a lui mettere le mani in tasca agli italiani; ma avrà 5 anni di tempo (e non 2) per farlo dimenticare. Nel contempo potrebbe attuare la sua ambizione a farsi eleggere presidente e piazzare una sua comparsa nel ruolo di primo ministro: il progetto della loggia P2 realizzato.

Il secondo scenario non consentirebbe comunque la chiusura naturale della legislatura. In questo caso, Berlusconi potrebbe scegliere il momento migliore per andare alle urne addossando  ad altri la responsabilità per gli insuccessi e per la caduta del governo.

Il terzo scenario gli permetterebbe di ripresentarsi alle elezioni, che si terrebbero da qua a due anni massimo, più forte che mai. Gli altri partiti dovrebbero assumersi l’onere di caricare sulle spalle degli italiani dei pesanti sacrifici e avrebbero poche possibilità di lavorare per lo sviluppo.
Due anni sono un tempo sufficiente affinchè una manovra forte cominci a dare un poco di respiro alle finanze pubbliche, specialmente se nel frattempo l’economia risale un po’ la china.
Sarebbe, a questo punto, ovvio e facile, per lui e suoi alleati, presentarsi come alternativa al partito delle “tasse” e dei “tagli”.

Che fare?
Una volta tanto bisogna guardare veramente avanti e non solo alle contingenze, per quanto gravi.
Puntare a scalzare adesso Berlusconi e caricarsi sulle spalle l’onere dei suoi errori e delle sue nefandezze sarebbe un grave errore.
Sarebbe un grave errore perchè ciò impedirebbe agli italiani di fare i conti con questa stagione e chiuderla definitivamente; lascerebbe nuovamente Silvio in corsa; sopratutto lo lascerebbe in grado di avvelenare e condizionare fortemente la vita sociale di questo paese.

Paradossalmente ritengo che la soluzione da augurarsi sia la seconda. Che compri pure qualche voto e mostri a tutti ciò di cui è capace (incapace) e lasciamo che siano siano gli elettori ad averne nausea.
Regalategli qualche assenza, non staccategli la spina. Sopratutto non forzate la costituzione di un governo di larghe intese.
In questa situazione ci ha portato lui e la destra: lasciamo che siano loro a mangiarsi le promesse e la faccia.

Gli elettori italiani hanno già dimostrato di non capire il lavoro serio per il nostro futuro, che deve essere forzatamente duro e pieno di sacrifici, ma di essere pronto a seguire le sirene del populismo.

A dopo il 15 dicembre…

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